Lettera aperta alla signora Meier-Schatz, presidente della Commissione Federale per la Prevenzione del Tabagismo (CFPT)

7 October 2016

Losanna, 7 ottobre 2016

Gentile Signora Meier-Schatz,

la nostra associazione ha preso atto con interesse della versione aggiornata, datata 22 settembre, della posizione della vostra commissione consultiva sui prodotti dello svapo (disponibile sul sito dell’amministrazione federale in francese o tedesco). Il principio di riduzione dei rischi e dei danni è un pilastro fondamentale delle politiche contro le dipendenze, eppure, viene completamente ignorato nella vostra presa di posizione che tiene conto esclusivamente di tre principi: il principio di realtà, il principio di prevenzione e il principio di precauzione. I consumatori di nicotina (~25% della popolazione svizzera) pagano un pesante tributo al fatto che la modalità di consumo più diffusa e disponibile sia quella del tabacco fumato, mentre esistono modalità nettamente meno rischiose la cui commercializzazione è ancora vietata in Svizzera, per precisa volontà dell’amministrazione federale.

L’esclusione, intenzionale o meno, del principio di riduzione dei rischi e dei danni, che si è dimostrato efficace in molti ambiti, mostra la propensione della Commissione a voler raggiungere l’irrealistico obiettivo dell’astinenza totale, senza considerazioni per i consumatori. Giova ricordare che la nicotina in sé presenta un basso fattore di rischio per la salute del consumatore. Il problema è la combustione del tabacco. In aggiunta alla mancata presa in considerazione di questo principio fondamentale, i commenti sugli altri tre principi, che sembrano i soli ad essere rilevanti agli occhi della CFPT, sono poco convincenti.

Consideriamo in primo luogo il principio di realtà. Il consumo di nicotina è una realtà molto diffusa e la maggior parte dei consumatori dichiara che ne fa uso per piacere. Immaginare di porre fine al consumo di nicotina è tanto illusorio e vano quanto voler metter fine al consumo di altre sostanze. Il principio di realtà richiede quindi la promozione di modelli di consumo ricreativi meno rischiosi e in grado di fare concorrenza ai prodotti del tabacco combustibili in commercio. Il mercato è una realtà incontrovertibile e solo la perdita di quote di mercato può indurre l’industria a effettuare dei cambiamenti e predisporre di conseguenza un futuro senza prodotti del tabacco combustibili. La realtà è che qualunque sia il rischio specifico, a medio o lungo termine, connesso all’utilizzo dei prodotti dello svapo, è senza dubbio di gran lunga inferiore al rischio ben noto del consumo di tabacco fumato.

Il principio della prevenzione non si limita agli inviti alla popolazione a non iniziare o smettere di fumare, al fine di proteggere i giovani e i non fumatori. La prevenzione delle malattie non trasmissibili, molte delle quali derivanti dall’uso di prodotti del tabacco combustibili, passa anche attraverso la corretta istruzione della popolazione di fumatori sui modelli di consumo di nicotina più sicuri. I consumatori dovrebbero assumere un ruolo attivo in questo processo, in modo tale da accrescerne considerevolmente la portata rispetto alle semplici imposizioni utilizzate finora nella prevenzione. Fornire informazioni chiare e oneste alla popolazione, compresi i giovani, sulla riduzione dei rischi e dei danni legati al consumo di nicotina è già di per sé una misura preventiva. L’affermazione secondo cui i prodotti dello svapo favoriscono l’accesso al tabagismo è del tutto gratuita e priva di fondamento: nessuno studio finora ha dimostrato questo fenomeno. Al contrario, nei paesi dove i prodotti dello svapo sono facilmente disponibili, il numero di giovani fumatori diminuisce. Lo svapo sembra dunque parte della prevenzione come porta d’uscita e riduzione del tabacco fumato, anche per i giovani.

Da ultimo, il principio di precauzione. Ancora una volta, solo i non fumatori sembrano avere diritto a questo principio secondo le dichiarazioni della vostra commissione. Riteniamo invece che anche i consumatori di nicotina dovrebbero essere protetti, non da se stessi, ma dalle regole assurde dell’amministrazione federale. Migliaia di consumatori di nicotina sono oggi dei non fumatori; questi consumatori hanno applicato a se stessi il principio di precauzione, optando per modalità di consumo ricreative meno rischiose per la loro salute e quella di coloro che li circondano del tabacco fumato. Non l’hanno fatto grazie all’amministrazione, ma nonostante l’amministrazione. Il principio di precauzione vorrebbe che si proibisse immediatamente la vendita dei prodotti più rischiosi a favore di quelli meno rischiosi, mentre la Svizzera fa esattamente il contrario. Sulla base di un articolo dell’ordinanza sulle derrate alimentari e gli oggetti d’uso (ODerr) che disciplina sia i prodotti del tabacco sia quelli dello svapo, viene vietato unicamente il commercio dei prodotti dello svapo contenenti nicotina, i meno pericolosi, mentre i prodotti del tabacco, che contengono anch’essi nicotina, continuano ad essere venduti liberamente. Le ragioni di questa scelta restano oscure, ma gli effetti sono chiari: il mercato svizzero dei prodotti del tabacco combustibili è protetto.

Il secondo capitolo della presa di posizione della commissione su «lo stato attuale della ricerca» contiene così tante incongruenze, collegamenti fuorvianti, approssimazioni e omissioni che andrebbero aggiunte molte pagine a questa lettera per entrare nel merito di tutti i punti. Questo lavoro non è degno di una commissione federale consultiva. I membri della vostra commissione sono manifestamente male informati e/o ideologicamente influenzati. L’associazione Helvetic Vape non può fare granché contro i pregiudizi ideologici, ma rimane volentieri a disposizione per informare correttamente i membri della vostra commissione sullo svapo, il consumo di nicotina e la riduzione dei rischi e dei danni.

Le raccomandazioni contenute nel terzo capitolo sono pari al resto del testo, nessuna visione del futuro, nessuna proposta innovativa, ma semplicemente l’espressione di timori infondati. L’unico aspetto positivo è quello che sembra essere un allineamento della vostra commissione al parere della Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati (CSSS-S): i prodotti dello svapo devono essere oggetto di una regolamentazione specifica, separata da un’eventuale legge sui prodotti del tabacco?

Riguardo agli standard dei prodotti dello svapo, non abbiamo atteso le raccomandazioni della vostra commissione: Helvetic Vape partecipa infatti attivamente al processo internazionale di normalizzazione (CEN e ISO) di questi prodotti già da un anno e mezzo, in seno ai comitati tecnici e ai gruppi di lavoro in qualità di esperti che rappresentano i consumatori. Anche la Swiss Vape Trade Association (SVTA) partecipa ai lavori. Da segnalare invece l’assenza eclatante degli organismi che invocano più sicurezza sui prodotti dello svapo.

Per quanto attiene alla legge federale sulla protezione contro il fumo passivo così come le leggi cantonali complementari, siamo desolati di dovervi contraddire, ma queste non si applicano allo svapo. Come potrebbe essere il contrario? Nonostante il vostro desiderio, senza una modifica legislativa, non è possibile applicare dei testi che si riferiscono al fumo di tabacco a prodotti che non contengono tabacco e non sprigionano fumo.

La vostra Commissione si nasconde ancora una volta dietro la tesi infondata dell’effetto gateway tra i giovani, per giustificare un divieto totale di pubblicità dei prodotti dello svapo. Se il divieto di pubblicità è giustificato per dei prodotti estremamente tossici come i prodotti del tabacco combustibili, risulta invece irrazionale per quanto riguarda degli strumenti di riduzione dei rischi e dei danni. Sebbene vi sia il rischio di pubblicità irresponsabili, e qui occorre vigilare, d’altra parte la pubblicità potrebbe convincere molti consumatori di nicotina, inclusi i giovani, a cambiare modalità di consumo, e questo senza costi per lo Stato. Una regolamentazione della pubblicità dei prodotti dello svapo è più conveniente per la salute pubblica rispetto a una bieca interdizione.

Il rapporto dell’OMS che viene citato è vecchio (2009), sette anni in un settore in rapido sviluppo sono un’eternità. In questo lasso di tempo sono stati pubblicati centinaia di studi scientifici e i prodotti attualmente disponibili sul mercato hanno ben poco a che fare con i prodotti del 2009. Vi consigliamo un’attenta lettura del rapporto del Royal College of Physicians (RCP), Nicotine without smoke: Tobacco harm reduction, pubblicato nell’aprile 2016. Anche il rapporto del 2015 di Public Health England (PHE) è una fonte completa di informazioni sullo svapo, purtroppo la sola cosa che sembra avervi colpito è la polemica lanciata da un editoriale pubblicato dalla rivista scientifica The Lancet, il cui autore è ora oggetto di un’inchiesta amministrativa per diffamazione. È importante sottolineare che il RCP conferma la valutazione di PHE riguardante il rischio relativo dei prodotti dello svapo rispetto alle sigarette. Ogni serio professionista del settore sanitario dovrebbe sistematicamente raccomandare, oltre alle altre opzioni di disassuefazione, anche lo svapo ai fumatori. I prodotti farmaceutici per la cessazione dal fumo, sul mercato da oltre 40 anni, hanno dimostrato la loro scarsa efficacia.

Riteniamo opportuno riflettere più attentamente sul limite di età per l’acquisto dei prodotti dello svapo. I fumatori di età inferiore ai 18 anni sono purtroppo numerosi, e anche loro hanno diritto alla riduzione dei rischi e dei danni. Essi dovrebbero avere accesso a dei prodotti meno pericolosi delle sigarette e a una corretta informazione sulla riduzione dei rischi, al fine di effettuare una scelta consapevole. Le vostre raccomandazioni si riferiscono soltanto ai prodotti contenenti nicotina, e per quanto riguarda quelli senza nicotina? Ricordiamo che le statistiche disponibili, comprese quelle svizzere, mostrano che i giovani sperimentano lo svapo soprattutto senza nicotina. Questa sperimentazione senza nicotina può proteggere i giovani dall’iniziazione al fumo. Le sigarette contengono nicotina e degli additivi per massimizzare il potenziale di dipendenza, qualsiasi sperimentazione presenta quindi un forte rischio di dipendenza. Lo svapo può invece essere sperimentato senza nicotina e anche in caso di utilizzo di liquidi con nicotina il rischio di dipendenza è più basso rispetto a quello delle sigarette.

Le imposte prelevate sulle sigarette, la più pericolosa delle modalità di consumo di nicotina, sono sufficienti per finanziare la ricerca sui modelli di consumo meno rischiosi. Riteniamo del tutto incoerente raccomandare un’imposizione dei prodotti dello svapo identica a quella che grava sui prodotti del tabacco. Fortunatamente, il Parlamento si è dimostrato molto più sensato quando nel 2011 ha deciso di esentare questi prodotti dall’imposta sul tabacco. Per promuovere un cambiamento delle modalità di consumo di nicotina è assolutamente necessario mantenere un elevato differenziale tra il prezzo dei prodotti più tossici e quelli a basso rischio.

Come associazione dei consumatori, siamo ovviamente interessati alla qualità dei liquidi per lo svapo. Una parte della soluzione sta nell’elaborazione degli standard di qualità, a cui già partecipiamo; siamo anche a favore di ulteriori controlli da parte dello Stato. Ma considerata l’attuale pseudo-regolamentazione che costringe i consumatori a ordinare i liquidi con nicotina all’estero, ad acquistarli sul mercato nero o a miscelarli da sé, come implementare controlli efficaci per proteggere gli utenti?

In ultima analisi, la vostra posizione non è stata aggiornata in base ai più recenti studi scientifici. La popolazione svizzera ha diritto a un’informazione chiara e imparziale da parte delle sue istituzioni. Ma riguardo allo svapo, né la vostra commissione né l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) né l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) forniscono delle informazioni oggettive. Questo è deleterio per la salute pubblica. Vi chiediamo di voler cominciare a guardare lontano: esistono delle opzioni che comprendono la prevenzione e la riduzione dei rischi e dei danni, rispettose dei consumatori e della loro capacità di farsi carico della loro salute, che potrebbero ridurre rapidamente la prevalenza del tabagismo in Svizzera. Per il bene della salute pubblica, è giunto il momento di porre fine alle assurde tergiversazioni che hanno determinato l’attuale, grottesca, situazione.

Con l’auspicio che questa lettera possa dare avvio a un cambiamento in seno alla vostra commissione, porgiamo cordiali saluti.

Olivier Théraulaz
Presidente dell’associazione

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